lunedì 10 ottobre 2016

NON È UN PRANZO DI GALA




Guardate che facce, facce da derubati, violentati, affranti, sfiniti.
Hanno un desiderio che li divora, il desiderio di cambiare, di farla finita con i compromessi, con l’accettazione passiva, chiedono di vincere per una volta la loro sacrosanta battaglia.

E anche quando il tuo ex vivrà alla porta accanto, e saranno pacche sulla spalla, e sarà lui a raccoglierti col cucchiaino per i tuoi sogni infranti, per il tuo cuore spezzato, anche allora, la tua separazione non sarà un pranzo di gala.

Perché dovrai dire no, dovrai non esserci quando tuo figlio ti chiederà di esserci, e questo non dovrà dilaniarti, né consumarti poco a poco, perché saprai di essere nel giusto, perché dovrai rispettare e difendere zone di presenza e zone di assenza, difendere ogni tua scelta, perché tuo figlio possa credere a ciò che sei.

Mi stacco la figlia dalla caviglia un paio di volte la settimana, dice mi manchi. Un sorriso e un calcetto sono il dono che le faccio.
L’altra metà della separazione lo fa insieme a me, né colpe né debiti, non è più il tempo.
Niente più conti aperti, o quei conti riempiranno il cuore di tuo figlio.
Perché la separazione ti travolge se non la guidi.

Non potrai essere il genitore di prima, lo sarai di meno e lo sarai di più, lo sarai peggio e lo sarai meglio.
Non dovrai indennizzare la sua ferita, o non sarai credibile, non potrai nascondere la famiglia andata con l’ombra di essa.
No, non potrai tenere unito ciò che è diviso, dovrai al contrario disegnare un bel solco profondo dentro tuo figlio. E il giorno in cui hai tracciato quel solco non te lo dimenticherai finché campi.
Se sei arrivato fin lì, è perché non sei la moneta di scambio della sua felicità. Dunque non potrai esserlo adesso.

La separazione non è un pranzo di gala. Ci va lo stomaco forte. La separazione è a gran voce, sapendo di essere nel giusto, ed essere nel giusto ogni minuto ci vanno spalle larghe.
Dovrai scacciare i dubbi ogni fredda e grigia mattina, ti tremeranno le mani e dovrai restare fermo.

Avevo una figlia, ora ne ho due, quella del padre e quella della madre, e le amo entrambe.
Ho affermato la scelta consapevole come principio, se quel principio dovesse cadere, mi crederà sciocca.
Le ho mostrato la strada, se dovessi affogarla nella nebbia, si perderà.
Le ho insegnato il sacrificio e la frustrazione, la lotta per una scelta, per una convinzione, un sogno, se li renderò inutili, non me lo perdonerà.

Andate in metropolitana allora, e guardate quelle facce da non ne posso più.
Se hai deciso di cambiare, la separazione è la fase dopo, e quelle seguenti. È ghigliottina, Terrore, Termidoro e tutto quanto. Sono i piani quinquennali. La separazione è Culturale.
Personalmente preferisco la formula caraibica, c’è la musica, ma va difesa ogni giorno, embargo, Baia dei porci, attentati.
La separazione è in tutto il mondo, ed è permanente.

Perciò non andate in giro a chiacchierare di rivoluzione, se non avete la barra dritta.


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