lunedì 3 ottobre 2016

IL MORBO


La famiglia morbosa c’ha il morbo, il morbo della Famiglia.
È solita nominare se stessa così: La Famiglia, con l’articolo davanti.
Il morbo è pericolosissimo, quasi nessuno è immune, attecchisce anche nei soggetti più refrattari, anche in coloro che si sono già curati dal precedente morbo della precedente Famiglia, in cui sono nati. Forse è questo il motivo per cui, nonostante le cure, ricadono.

Più che una vera famiglia, La Famiglia è una cosca, con legami che non si limitano all’amore e alla protezione, ma si spingono a formule di appartenenza e possesso indiscutibili e al di sopra di tutto, scienza, morale, sentimenti, legge.

I suoi membri stanno sempre azzeccati tra loro, solo loro, e non si stanno mai fuori dal palle l’un l’altro. Questa prassi, che ricorda i Bizantini, soprattutto nel periodo oscurantista, gioca un ruolo importante nella crescita dei piccoli.
Di solito la fratellanza è incoraggiata fino a diventare gemellare, fratelli e sorelle devono fare tutto insieme, crescendo in un unisono rassicurante e impenetrabile.

La famiglia affetta da morbo è dogmatica: l’unica fonte di spiegazione della Famiglia si trova dentro la Famiglia stessa, che genera e garantisce la propria verità autofondandola, così come la verità del Corano è garantita dal fatto di essere stato dettato da Dio in persona.
Dentro La Famiglia tutto, l’alfa e l'omega, fuori di essa il nulla.

Il morbo le dà casa, le dà opinioni, e soprattutto il morbo la nutre.
La Famiglia mangia solo il cibo della Famiglia, o che ne abbia superato il consenso unanime, di tutto il restante commestibile non si fida e comunque, in caso si decidesse ad assaggiarlo, non le piace, perché ha papille impassibili che hanno prodotto enzimi apatici.

L’obiettivo unico e assoluto de La Famiglia è: La Famiglia. Non è in cerca di altri obiettivi, di cui essa sia strumento, non allevare persone uguali alle altre e che nelle altre si riconoscano, ma al contrario  che se ne difendano. Il traguardo non è immergersi nel flusso ampio, storico, cosmico, e comunque finalizzato all’appartenenza al mondo, facendosi mezzo per il cambiamento, bensì prepararsi alla difesa dal peggio, addestrarsi alla conservazione della Famiglia stessa.

Nella famiglia affetta da morbo vengono organizzate continuamente cose “di Famiglia”, che sono eseguite compatti e impermeabili a trasformazioni e modifiche.
La Morbo-Famiglia può andare in giro con una macchina sul cui lunotto posteriore sono appiccicati adesivi-icona che ne ritraggono i vari componenti, come a dire: Ti avverto, qui ci siamo noi e tu non hai l’adesivo, quindi non conti niente. E l’adesivo non te lo daranno mai, perché sono faccende di sangue, faccende di clan, dove chiunque non porti il marchio, porta una minaccia.

Il morbo costruisce in casa una piccola chiesa, con sacerdoti e liturgie e, come ogni religione rinnega le altre, anche il morbo struttura questa chiesa in forma escludente e soprattutto non ammette la possibilità che non esista religione.

La Famiglia è quanto di più noioso e sterile esista in questa nostra società bisognosa di cambiamento, bisognosa di sciogliere antichi nodi e di nuove filosofie.
La filosofia del morbo punta ad annientare ogni possibile rimasuglio di imprevisto annegando con esso ogni possibilità di evoluzione, in senso darwiniano, dei suoi membri, i quali sono scientificamente condannati a soccombere decadendo di generazione in generazione in una stirpe di inutili, il cui destino verrà divorato da coloro che sono disposti ad accogliere il cambiamento.

Questa famiglia malata di questo grave morbo fa solo il suo compito, il compito dei malati gravi, quello di portare a morte certa.


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