lunedì 2 maggio 2016

NON TUTTE LE MAMME BEVONO

(OVVERO LE ZELANTI)


Le mamme che non bevono, prendono molti caffè.
Le trovi al bar la mattina, a gruppetti, a tavolate, a capannelli. Zelanti.
E si preoccupano, zelanti. E' colpa del caffè.

Io le ho già viste queste qua, non ricordo dove, in un'altra vita. Sì, le ho già viste.
Era l'università. Erano quelle fuori della porta degli esami, quelle che non sapevano niente. Sudavano, impallidivano nelle loro camicette, e non sapevano niente, niente. Niente!
E invece sapevano tutto.
E io che arrivavo sicura di avere l'esame in pugno, io finiva sempre che mi chiedevano l'unica cosa che non sapevo. Una sfiga mortale.
Si sono tutte laureate con 110. E lode. Io ho preso 109, è la verità, 109. Sia lodato quel punto.

Eccole qua, si sono tutte ritrovate, madri, hanno partorito, e questo dà loro il diritto di esercitare la protervia che prima non osavano mostrare, quando dicevano "non so niente". Decisamente per loro il tempo non passa, sono le stesse. Stanno ripetendo la lezione, non vogliono essere disturbate o, peggio, turbate.
Hanno in animo un terrore profondo: temono di essere scoperte. Che il loro orribile segreto venga fuori, che all'improvviso glielo si legga in faccia, e sia sotto gli occhi di tutti.
Temono che si veda che sono delle imbecilli, e che per forza di cose tireranno su figli imbecilli, essendo loro stesse delle imbecilli. E allora si affannano a nasconderlo, mettendoci sopra tanto rumore. Domande, preoccupazioni, risatine verdi, "noi invece", "la mia Marta, "il mio Giulio..." tutta una vetrina di piccole buffe imprese che dovrebbero illustrare quanta luce splenda nella vita dei loro figli.

E alzano la posta, e ancora, il pianoforte, gli scacchi, il saggio, l'agonismo, i libri, uh come ama leggere! E rilanciano.
Stanno scommettendo l'infanzia dei loro figli.

Queste mamme non bevono, eccetto caffè, però se le bevono tutte: il cibo sano, il corso di tablet, la maestra severa. L'inglese per tutti. Il museo a quattro mesi.
E il pediatra, gli articoli su internet, i vaccini velenosi, la logopedista, lo sci in pista, il dentista, l'esame della vista...
E non si divertono affatto, e non hanno più amiche, hanno colleghe di genitorialità. Non parlano più di maschi, ma di padri, non hanno passioni, magari un impiego.

Si preoccupano, zelanti. Vivono nella paura, e fanno figli paurosi, che lo sappiamo tutti che crolleranno, e crollando faranno del male. Paura che mangino porcherie, che si facciano male, che prendano un brutto voto. Perciò gli insegnano a essere prestanti, obbedienti, aderenti.
E gli fanno imparare ogni sorta di sport, di hobby, di scienza, perché non vengano esclusi, perché primeggino, perché il mondo è nemico e ti schiaccerà.
perché se non gli facessero fare tutte queste cose, sarebbero costrette a passare del tempo con figli annoiati, pieni di immaginazione, che fanno domande.
Ma loro non saprebbero rispondere, perché sanno la lezione, ma non conoscono la materia.

Ditemi, mamme, zelanti mamme con la mano alzata, siete brave madri? I bravi non son niente, contano i buoni.
I vostri figli sono tanto bravi a scuola, sono intelligenti? Non credo che a loro importi davvero: importava a voi, loro vi hanno accontentati. Loro vogliono compiacervi, loro vogliono giocare, e vogliono voi.

Eccole lì, preoccupatissime. Sudano, tremano, sono pallide di paura. Si confrontano, si interrogano a vicenda, come all'esame. Molto, molto preoccupate.

E mai che si preoccupino che i loro figli siano degli esseri umani, dalla vista sottile, dall'animo nobile, magari persino complicati, che di complessità ci sarebbe un gran bisogno, mai che si preoccupino che vengano su un po' diversi da ciò che hanno intorno, che non è un bel vedere.

Fateli diversi, Innomediddio! Guardatevi intorno quante facce di merda, e giurate a voi stesse che li farete diversi!

Lo so, è una battaglia persa.
Voi siete così, madri, padri, siete brutti, e fate figli brutti, per un mondo brutto.



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