lunedì 9 gennaio 2017

SE AVESSI TRENT’ANNI


Ah se avessi trent’anni!
Se avessi trent’anni mi sembrerebbero comunque tanti.
Dopo i sedici, mi sono sempre sembrati una montagna d’anni. Quindi anche se li avessi davvero, trent’anni, credo che farei bilanci storti.
Penso che se avessi trent’anni vedrei i miei quaranta non così lontani, li sentirei mordermi i lombi, e non per questo mi darei da fare, ma perderei tempo a pensarci su.

Temo che farei tutto uguale, anche perché, se avessi trent’anni, sarei quella che ero undici anni fa, e quindi sì, ovvio, farei tutto uguale.

Ma se mai fossero stati diversi, per un qualche battito d’ala di farfalla, se la mia famiglia fosse stata una di quelle che restano intatte, con dei nonni al mare coi nipoti, i soldi da mettere da parte per la nuova macchina, i figli a cui prospettare un domani, se avessi trovato il modo di avverare i sogni, se avessi pubblicato almeno un libro, beh, penso che vederlo lì appoggiato su un comodino, con la sua copertina, il suo codice isbn, credo che davvero non ci sarebbe stato nulla di diverso.
Credo che quel libro osserverebbe dal suo posto le stesse identiche scene, guarderebbe la mano che muore negli anni nella mano di chi la tiene, credo che le sere stanche, le mattine forsennate, le domeniche lente, tutto sarebbe lo stesso.

Perché alla fine la mia vita sono io, la mia compagna sono io, io sono mia madre e mia figlia, e quest’anima stessa che riconosco, a quarantuno, come un animale riconosce la tana.

Perciò se avessi trent’anni, con il viso e la pelle di prima, e la quantità di scorte ovariche di una trentenne, io credo che saprei come so adesso chi sono.


3 commenti: