venerdì 3 giugno 2016


PUNTATA ZERO



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No, non si tiene così.
Una mano la devi tenere sempre qui, vedi? Per tenergli la gambina, così se ti scivola lo afferri da lì.
Oh, io ce ne ho messo di tempo a tenere in braccio un bambino, dico uno appena nato, uno di questi.
Certo che si addormentano come niente... guarda lì.
Nulla a che vedere con i miei, i miei non dormivano mai. E allora sì che era una fatica, in casa era una guerra per accaparrarsi minuti di sonno.

Perché dormire, bisogna dormire.

Quante volte gliel’ho detto che doveva alzarsi anche lui, la notte, sostituirmi qualche volta, e poi la mattina, per portarli all’asilo, a scuola...
E invece così era come essere soli. Peggio, perché quando sei sola, almeno, te ne accorgi, te ne fai una ragione, come me oggi.
Ti ci scavi un’impronta singola, a tua misura.

A pensarci bene, anche prima che arrivasse il sonno, dico anche prima dei figli, quando eravamo in due, io e lui soltanto, ho come la sensazione che anche allora ci fossi soltanto io.
Io, io, io.
Ero io a volere le vacanze con la tenda sotto il cielo, ero io a fare allegria, la sera a cena, a parlare di futuro, a dire “ti amo”. Ero io a pensare all’amore.

E adesso guardami, asciutta come una spugna al sole.
Oggi ormai, fresca di menopausa, i figli altrove, non sembra neanche vero, ma era importante, l’amore era importante.
C’è stato sicuramente un momento, una lunga stagione direi, in cui quella cosa lì era tutto.
Lo diceva ogni canzone, ogni parola pronunciata, ogni stella della notte lo diceva. Mi premeva solamente sapere quando lo avrei rivisto, se dormiva con me, se conosceva donne più belle di me.

Lavoro? Carriera? Figli? Casa?
Ah! Mi faccio una gran risata.
Ma che cosa erano? Cose per le nostre madri.
Io dovevo girare l’Europa in autostop, Budapest, Lisbona, Stoccolma! Macché Europa... Il mondo intero! Dakar, La Havana, Rio! E il tempo si fermava lì, non c’era altro a cui pensare, dopo.

Dopo era un contenitore infinito di cui non c’era bisogno di parlare adesso. Futuro era questo, futuro era il vento, dietro la porta, il futuro era un luccichio in fondo alla strada.
Mica una casa da costruire.
Quella era roba per i nostri padri, costruire case. Metter su mattoni, fare sacrifici, ingoiare ghiaia.


...CONTINUA





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