venerdì 1 aprile 2016

STO LAVORANDO


Lui sta lavorando. Ha un indice che conta fino a uno, all'insù, la bocca aperta senza favella, all'ingiù, la fronte e il mento contratti. Tu lo sai cosa vuol dire, lo senti nella mente, vuol dire un minuto...
E quando tu scuoti la testa, allora lui finalmente parla, dice: "Sto lavorando!"

Sta lavorando, lui. Lui e il suo camion, furgone, fiorino sciagurato, stanno lavorando. Sta lavorando quindi sta lì e ci sta quanto gli pare.
Appuntamento dal dottore? No, sta lavorando. Figli da portare a scuola? No, sta lavorando. L'Interpol ti insegue? Sta lavorando!
Stai lavorando? No, sta lavorando lui.
E sta. Sul marciapiede. Sulla ciclabile. In mezzo all'incrocio. Infilato nel tuo culo.

"Sto lavorando".
Ah, benone. E di lavoro cosa fai, vanifichi obiettivi?
Chissà come mai, con me questa storia del lavoro non attacca. Io non ho una virgola di rispetto in più per te per il fatto che stai lavorando, non mi cambia di nulla quello che diavolo stai facendo. Stai facendo la cacca? Stai pregando? Accomodati, un po' più in là.
A meno che tu non stia affogando, non stia conducendo un popolo attraverso il Mar Rosso, o non stia inventando la macchina del tempo, è assolutamente bizzarro che tu, di cui io non so nulla e con cui non ho mai diviso neppure l'ascensore, chieda a me di aspettare, al di là di qualsiasi mia esigenza. E' strano per entrambi. Prima conosciamoci.

Perciò senti, gran lavoratore, tu stai lavorando, e sia, e io non posseggo nessun furgone o fiorino o maledetto camion per impedirtelo, però devi ficcartelo in testa che non tocca a me pagare un prezzo per quello che è un tuo problema.
Va' dal tuo capo e digli capo, io non posso impedire alla gente di passare, di arrivare in orario dove deve arrivare, perciò dammi un furgone più piccolo capo, per andare in quelle stradine. O non darmi affatto un furgone, insomma capo, tu sei capo per questo, per far funzionare le cose.

Perché, amico, io adesso mi stendo qui in mezzo alla strada e mi faccio un bel pisolino, e quando tu mi vieni a disturbare perché devi passare, io ti guardo con gli occhi stropicciati, e sbadiglio, e ti mostro l'indice triste che dice un minuto, e ti dico: "Sto riposando".
Diglielo al tuo capo.

Il lieto contributo video:



ALBERTO MAROTTA

un talento di cui sentirete parlare


e gentile collaborazione di GIAN LUCA






6 commenti:

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  2. Gentile sig.ina Peyretto a parte il fatto che non si capisce perché non compaia il cognome del povero sig. GianLuca, vorrei informarla che del sig. Alberto Marotta si è già abbondantemente sentito parlare, che le piaccia o no!

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    1. Le rispondo volentieri: il sig. Gian Luca si chiama così, nome Gian e cognome Luca. Inoltre trattandosi di una conosciutissima guest star non ha bisogno di ulteriori approfondimenti, un po' come una vecchia nota pornostar.
      Quanto a Marotta, non sapevo.

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    2. E poi io mi chiamo Peyretti, analfabeta!

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  3. Davvero? No perché tutti la chiamano Peyretto, alcuni anche Peyretta, per alcuni, ma solo alcuni, Perozza, ma lì credo ci sia un intento denigratorio a cui non voglio associarmi, provando nei suoi confronti un'ammirazione che talvolta scivola nell'idolatria!

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